Longevità: più giovani, più a lungo

La medicina della longevità apre nuovi orizzonti della ricerca scientifica, con l’obiettivo non soltanto di farci vivere più a lungo, ma soprattutto in salute. Un approccio che coinvolge anche l’industria cosmetica, dove quello dell’anti aging è un tema che va oltre la bellezza, includendo il benessere a tutto tondo

 Se c’è una cosa che dopo la pandemia non è stata più la stessa è il nostro rapporto con la salute: il Covid ci ha rivelato quanto questa sia fragile ed effimera. E ci ha reso tutti più consapevoli dell’importanza di prendercene cura, con un approccio di tipo preventivo, che ci renda più forti e preparati ad affrontare eventi imprevisti come l’arrivo di nuovi virus. Praticare più sport, rivedere l’alimentazione, ricorrere all’integrazione di vitamine e minerali, migliorare il riposo e abbandonare le cattive abitudini sono comportamenti ormai entrati stabilmente nelle nostre vite, anche di chi prima non ci pensava più di tanto. E la conferma arriva anche da una recente ricerca commissionata dal Gruppo Stada, secondo cui il 73% della popolazione europea nell’ultimo anno ha adottato almeno uno di questi comportamenti per migliorare il proprio stato di salute.

In quest’ottica rientra anche un’idea più attuale di longevità, che non punta soltanto a vivere più a lungo (traguardo ormai conquistato, con un’aspettativa di vita che oggi supera gli 80 anni), ma soprattutto a farlo in buona salute. È questo l’obiettivo principale degli studi di medicina della longevità, che mirano a indagare i meccanismi biologici, genetici e ambientali che influenzano l’invecchiamento e a rallentarli, così da guadagnare anni di benessere.

LA MEDICINA DELLA LONGEVITÀ

L’approccio globale della medicina della longevità considera l’organismo nella sua interezza e nel rapporto con l’ambiente circostante. Oggi si sa, per esempio, che l’invecchiamento, così come la comparsa di molte malattie, sono favoriti da una condizione di infiammazione causata da fattori esogeni ed endogeni che alterano i nostri meccanismi di difesa e che si possono contrastare anche con i comportamenti virtuosi che abbiamo visto sopra. E lo si indaga anche dal punto di vista genetico, grazie all’epigenetica, che studia come l’età e l’esposizione a fattori ambientali, tra cui agenti fisici e chimici, dieta, attività fisica, possono modificare l’espressione dei geni e, quindi, il modo di invecchiare.

Questa nuova idea di invecchiamento in salute porta con sé un cambio drastico di prospettiva: il passare degli anni non è più un nemico da contrastare con ogni mezzo, ma, piuttosto, un processo naturale da assecondare e persino un traguardo a cui ambire. Di conseguenza anche il concetto di “anti aging” sfuma il suo significato verso un’accezione più positiva, che evoca consapevolezza e accettazione, fino a sfociare in un più sereno e appagante “pro aging”, quasi un invito a “deporre le armi” e ad accogliere, senza retorica, il bello di ogni età.

 

L’APPROCCIO DELLA COSMETICA

Ma come si inserisce la cosmetica in questo cambio di paradigma? Parliamo pur sempre di un settore che per definizione si occupa dell’aspetto, dell’esteriorità. La nostra ricerca per conoscere lo stato dell’arte tra i brand della farmacia in tema di longevità ha mostrato come in realtà questo approccio “pro aging” sia già stato adottato da molte aziende, e con estremo rigore scientifico. Sia chiaro, l’obiettivo primario resta sempre quello di creare prodotti che migliorino l’aspetto della pelle, attenuino la comparsa di segni, rughe e macchie, che donino turgore e luminosità e che, a tutti gli effetti, promuovano un aspetto più giovane. Ma questo aspetto è ora sempre più visto come lo specchio di una condizione di salute e benessere dell’intero organismo che si raggiunge con un approccio globale, dove un ruolo di primo piano è giocato dalla dieta, dall’idratazione e dall’apporto di antiossidanti per la tonicità dei tessuti cutanei, solo per fare un esempio. E alla luce delle nuove scoperte scientifiche, la ricerca cosmetica punta sempre più a realizzare protocolli completi che affrontino gli effetti del tempo da diversi punti di vista, sistemico e cosmetico, con l’obiettivo non più di inseguire il mito dell’eterna giovinezza, ma di dare valore ai propri anni.

“La scienza della longevità ha identificato un gran numero di principi attivi capaci di agire sia sull’ageing sistemico sia su quello cutaneo” ha spiegato Alberto Beretta, direttore scientifico di SoLongevity, tra le realtà più avanzate in Italia sui temi della longevity medicine, che di recente ha avviato un progetto con Laboratoires Filorga. “Fra i principi attivi che condividono un’azione sistemica con un’azione topica figurano molte vitamine, fra le quali molto importante è la vitamina B3 (niacinamide), che genera una molecola fondamentale per il ringiovanimento tissutale, il Nad. Molto importanti sono anche gli aminoacidi che generano collagene ed elastina, ma anche il glutatione, il più importante antiossidante della pelle. Alcuni aminoacidi, come l’ergotienina, agiscono direttamente sui meccanismi antiossidanti proteggendo il collagene e l’elastina dallo stress ossidativo.”

Un nuovo approccio che apre infinite possibilità e che può contare su attivi specifici, alcuni già noti da tempo in cosmetica, altri più innovativi.

(Panorama Cosmetico N. 4/2023, ©riproduzione riservata)

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